E così, si è risolto il processo ad Aung San Suu Kyi. Ancora arresti domiciliari, per lei: ne avrà per altri diciotto mesi. L'accusa era di violazione degli arresti domiciliari. Ma, per molti, è soltanto l'ennesimo tentativo di controllo del regime. La donna, infatti, avrebbe finito di scontare la sua pena lo scorso 21 maggio: la sua reclusione durava dal 1989.
John William Yetahaw, il cittadino americano mormone che lo scorso tre maggio aveva raggiunto a nuoto la dimora della leader dell'opposizione, è stato invece condannato a sette anni di lavori forzati.
L'uomo ha dichiarato che a spingerlo verso la residenza della donna era stata una visione che ne faceva, a suo dire, presagire un imminente assassinio.
San Suu Kyi è stata condannata a tre anni dal tribunale militare. Una pena commutata in un anno e mezzo di arresti domiciliari dal generale Than Shwe, capo della giunta militare attualmente al potere: un tempo sufficiente per escludere il capo della Lega Nazionale per la Democrazia dalle prossime elezioni, previste per il 2010.
John William Yetahaw, il cittadino americano mormone che lo scorso tre maggio aveva raggiunto a nuoto la dimora della leader dell'opposizione, è stato invece condannato a sette anni di lavori forzati.
L'uomo ha dichiarato che a spingerlo verso la residenza della donna era stata una visione che ne faceva, a suo dire, presagire un imminente assassinio.
San Suu Kyi è stata condannata a tre anni dal tribunale militare. Una pena commutata in un anno e mezzo di arresti domiciliari dal generale Than Shwe, capo della giunta militare attualmente al potere: un tempo sufficiente per escludere il capo della Lega Nazionale per la Democrazia dalle prossime elezioni, previste per il 2010.